Home Analisi e commenti La caduta del Governo Draghi: il pagellone ironico dei leader

La caduta del Governo Draghi: il pagellone ironico dei leader

Le cose stanno così, me ne stavo tranquilla a sorseggiare il mio tè freddo, quando improvvisamente mi ritrovo la home di Facebook intasata di foto di Salvini nel suo ufficio, con tanto di santini, tricolori e foto dei figli. E poi stamattina scopro che si vota il 25 settembre. Non so nemmeno se per quella data il comune di Settimo Torinese mi darà la mia nuova tessera elettorale o se me l’hanno tolta, dopo il mio imbarazzante elaborato scritto durante un concorso pubblico. Come al solito, con la crisi di governo, è partito lo Scarica-barile, il gioco più trendy dell’estate. Ora da profana, ma non proprio super partes, vorrei valutare con voi il comportamento dei principali individui coinvolti. Si tratta di pagelle del tutto ironiche, per un’analisi seria ci vorrebbe Scalfari, ma al momento non è disponibile. Fortunatamente per lui, se n’è andato prima di questo teatrino infame. I voti vanno da zero a dieci, su basi fantasiose. Nessuna di queste opinioni della sottoscritta è da intendersi come un attacco personale, sto solo parlando di politica in leggerezza.

Giuseppe Conte: voto 4, che diventa un 9 se per caso desiderava essere protagonista di un nuovo spin-off di Breaking Bad. Ma ve lo ricordate due anni fa, quel bell’uomo che ci diceva di allontanarci oggi per abbracciarci più forte domani? Quando le sue dirette interrompevano i nostri film preferiti e lui si presentava pure in ritardo, ma gli si perdonava tutto? Io, da bimba di Conte quale sono, so che quell’uomo è ancora lì, sepolto da qualche parte, ma non posso aspettarlo per sempre. Il nostro bell’avvocato del popolo si è fatto traviare da un vizio comune a molti esterni prestati alla politica. Non basta più per loro essere al governo, li vogliono anche far cadere i governi, sennò che gusto c’è?

Mario Draghi: voto 8. Anche un banchiere ha un cuore e non può sempre fare whateverittakes. La versione “alternativa” dice che è stato proprio lui a volersene andare. Probabilmente c’è un fondo di verità in questo e non posso biasimarlo. Dice che non vuole scendere in campo, che non diventerà il volto delle forze progressiste, spero che sia vero, o la maledizione della poltrona appiccicosa chiamerà anche lui.

Matteo Renzi: voto 3. Continuo a provare simpatia nei suoi confronti, ma i suoi video dal senato invecchiano più velocemente di lui. Appena due giorni fa (il 20 luglio) rassicurava tutti sul fatto che Draghi sarebbe rimasto. Di politica italiana spesso non si capisce niente, ma si può stare certi che capiterà il contrario di quello che dice Renzi.

Carfagna, Brunetta e Gelmini: voto 10, hanno distrutto quello che rimaneva di Forza Italia. Praticamente questa è l’unica nota positiva di una crisi senza senso.

Enrico Letta: voto 7. Non è l’uomo più scattante del mondo, ma finalmente si è capito che vuole un “campo largo” senza M5S (che tra l’altro, non so se esisterà per il 25 settembre). Non chiedetemi cos’è un campo largo, probabilmente un movimento della macchina da presa, voluto dal regista.

Luigi Di Maio: voto 3. Non riesco più a capire la differenza tra un uomo e un meme. Guardava adorante Draghi, un tempo guardava adorante Conte, un po’ lo capisco, ma non troppo.

Giorgia Meloni: voto 9. Penso sia superfluo dire che non condivido nessuna delle sue idee politiche, ma lo scrivo comunque, che non si sa mai. Il voto così alto deriva dal fatto che ha ottenuto esattamente quello che voleva, cioè elezioni anticipate. La vittoria è in tasca, deve stare attenta a non far litigare il centrodestra. Eh, questi sondaggi favorevoli, che fanno venire un’improvvisa voglia di democrazia…

Carlo Calenda: voto 8. Ha ricevuto da Letta il classico bigliettino con scritto “Vuoi metterti con me?” e ha risposto “No”. Come si fa a non amarlo?

Matteo Salvini: voto gnegne. Un uomo da campagna elettorale, tutto casa e chiesa, ma nel tragitto chissà cosa succede.

Sergio Mattarella: voto 10. Quanta pazienza…