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Cala ancora l’Rt, Campania da lunedì in zona gialla. Ma gli esperti predicano prudenza

Nonostante la grande prudenza di queste ore, i dati depositati sul tavolo della Cabina di Regia hanno autorizzato il passaggio della Campania nella fascia a minori restrizioni. L’indice Rt della Campania, secondo quanto comunicato dall’Iss a margine della presentazione del monitoraggio settimanale, è tornato sotto l’1: allo 0,92 (0,89-0,95). Il ministro della Salute Roberto Speranza si appresta così a firmare l’ordinanza che sancisce il passaggio della Campania in zona gialla a partire da lunedì 26 aprile. Ma quello relativo all’indice di contagio è un dato, vale la pena specificarlo, che da solo non basta. A destare preoccupazione, oltre ad alcuni focolai ancora attivi all’interno del territorio regionale e al numero ancora troppo elevato di contagi giornalieri, è la pressione sugli ospedali. Sono tutti occupati i 110 posti di degenza Covid della rete ospedaliera salernitana, che paga i contagi di fine marzo e inizio aprile. Situazione non critica ma comunque sotto osservazione anche per le terapie intensive dove sono disponibili ancora alcuni posti. In Campania sono 1.912 i nuovi casi di positività registrati quest’oggi su un totale di 20.078 tamponi molecolari esaminati: la curva del contagio si attesta al 9.5 per cento.

Secondo le previsioni della Fondazione GIMBE, inoltre, il calo dei contagi dovuto alle zone arancioni e rosse durerà per qualche altra settimana, ma con il ritorno delle zone gialle la risalita dei casi è probabile. A tal proposito la Fondazione chiede al governo di modificare il sistema dei colori previsto per le Regioni: “Ha numerosi limiti, servono nuovi parametri nazionali”. Il report settimanale dell’Iss, relativo all’ultima settimana, osserva ancora una lievissima diminuzione della incidenza dei casi di Covid-19 sul territorio nazionale, pari a 157,4 per 100.000 abitanti (per la settimana 12/04/2021-18/04/2021) contro 160,5 per 100.000 abitanti della settimana precedente (05/04/2021-11/04/2021). Complessivamente, l’incidenza resta elevata e lontana da livelli (50 per 100.000) che permetterebbero il completo ripristino del tracciamento dei casi.

Sono 14 le Regioni e 2 le province autonome ad andare in zona gialla: Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Molise, Marche, Piemonte, Pa Bolzano, Pa Trento, Puglia, Toscana, Umbria e Veneto.