Sanità, addio al superticket. E si pagherà in base al reddito

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“L’attuale configurazione del sistema di compartecipazione, prevedendo l’importo fisso per tutti i cittadini, crea evidenti disparità d’accesso al servizio sanitario nazionale”. E’ quanto riportato nella relazione introduttiva del ministro della Salute Roberto Speranza, in cui si illustrano le linee guida del disegno di legge di riordino della materia dei ticket, collegato alla manovra economica. Nel documento si annuncia un criterio di progressività: si farà ricorso all’Isee e in base alla fasce di reddito si pagherà un ticket di valore diverso. “Io credo che su questo – ha dichiarato il ministro – si possa intervenire con un principio molto semplice: chi ha di più deve pagare di più e chi ha di meno deve pagare di meno. Quello che ci guiderà è e resta l’articolo 32 della Costituzione, che dice che la salute è un diritto fondamentale dell’individuo e un interesse della collettività”.

Altra misura annunciata da Speranza è l’abolizione del superticket. La tassa, entrata in vigore con la finanziaria del 2011, prevede una quota fissa di 10 euro a ricetta in aggiunta al ticket. Ma la normativa conferisce alle Regioni la libertà di incassare la tassa secondo un proprio regolamento e diversificando la quota in base agli esami e alla tipologia di ricetta. Oggi il gettito si aggira intorno ai 400 milioni di euro.

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