Regionali. Caldoro, manca il sì di Salvini. De Luca: “Prepariamo liste ampie”

Raccontano di un disagio del Nazareno, acuito negli ultimi giorni dalla bocciatura delle Sardine nei confronti del governatore uscente Vincenzo De Luca. La strategia di Zingaretti, indirizzata alla rimozione dell’ex sindaco di Salerno in favore di un candidato in grado di attrarre anche i 5s (Costa) e di riproporre su scala regionale l’alleanza di governo, è naufragata per effetto del caos che governa il mondo pentastellato ma non solo. Il segretario dem considera cruciale l’alleanza con il Movimento in Campania ma non intende perdere terreno qualora non dovesse concretizzarsi l’accordo con l’altra forza che regge il governo giallorosso. Ed ecco che la ricandidatura del governatore uscente appare come una strada obbligata.

De Luca, dal canto suo, è in campagna elettorale ormai da mesi, avanza a spron battuto verso una tornata elettorale decisiva per il prosieguo del suo lavoro in Regione. Si dimostra sicuro, esclude problemi sulla sua ricandidatura: “Stiamo andando avanti, sto lavorando a mettere in piedi le liste d’intesa con il segretario del Pd Zingaretti. Ho detto ai miei collaboratori di tapparsi le orecchie e di continuare a lavorare tranquilli”, aveva dichiarato nei giorni scorsi. Per poi rincarare la dose nel corso dell’appuntamento settimanale a Liratv: “Per le regionali stiamo preparando liste ampie, parlando direttamente ai cittadini. Ovviamente, nel frattempo, non ci facciamo distrarre: lavoriamo sui problemi concreti delle famiglie e delle imprese della Campania. La politica politicante produce solo chiacchiere al vento”. Le liste sono in fase di definizione e potrebbero essere oltre dieci a sostegno del governatore. Ci sono il Pd e le civiche tradizionali “Campania Libera” e ” De Luca presidente”, seguite dai Verdi, Centro Democratico, Psi, una civica da prima Repubblica capitanata dai monumenti Dc Ciriaco De Mita e Cirino Pomicino, Italia Viva di Renzi, che dopo una presa di distanza iniziale ha deciso poi di sostenere De Luca. Poi si lavora a una lista interamente riservata ai giovani e un’altra in cui raggruppare frammenti di una sinistra proveniente da LeU. In attesa di capire la posizione definitiva di Sinistra Italiana, al momento favorevole alla coalizione ma ostile al governatore. Dagli ambienti vicini a De Luca si monitora con attenzione la situazione relativa al dimissionario sindaco di Benevento, Clemente Mastella, avversato dalla Lega e in fuga dal centrodestra. La ciliegina sulla torta per estendere al Sannio una strategia elettorale fondata sulla pratica clientelare, così consolidata nei territori del Mezzogiorno.

Sul fronte opposto, nonostante le insistenze di Berlusconi, è ancora in stand-by la candidatura di Stefano Caldoro. Dalla Lega filtra malumore ma le manovre riguardano tutte le altre Regioni e Salvini, con molta probabilità, dovrà cedere all’alleato di Arcore il privilegio di esprimere il candidato governatore da opporre a De Luca. Le prime avvisaglie si erano registrate alla presentazione del nuovo organigramma provinciale del carroccio, tenutasi a Salerno, quando i leghisti avevano dichiarato che “Caldoro è soltanto uno dei possibili candidati”“Caldoro e Fitto sono candidati perdenti”, aveva sibilato poi il frequentatore del Paapete. Caldoro dall’entourage leghista è considerato un candidato debole, un esponente della vecchia politica in antitesi con la narrazione populista dell’uomo nuovo e forte al comando.

Berlusconi e Meloni, nel frattempo, hanno alzato le barricate. L’ex premier considera Napoli e la Campania una linea del Piave, al di sotto della quale è sicuro di recitare una parte da protagonista sfruttando l’intesa con Giorgia Meloni, che punta a confermare la candidatura di Fitto in Puglia, ed ha assunto una linea analoga a quella dell’ex Cavaliere, di fatto stringendo un asse con Forza Italia per respingere le velleità di Salvini: sosterrà Caldoro in cambio dell’appoggio di Fi a Raffaele Fitto in Puglia. La scelte dovrebbero essere confermate, come dimostra la convocazione a Napoli dell’assemblea nazionale del centrodestra, fissata per il 22 marzo. Il giorno in cui, presumibilmente, verrà inaugurata ufficialmente la campagna elettorale. Sarebbe troppo tardi, e troppo dannoso, mischiare nuovamente la carte. Nell’evenienza, ogni partito caldeggia un nome: oltre a Caldoro, i nomi di riserva corrispondono a quelli dell’ex rettore dell’Unisa Tommasetti, proposto dalla Lega, e di Edmondo Cirielli, in quota Fdi.  

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