Alla scoperta di Leonardo Capezzi: profilo tecnico e tattico

L’ingaggio di Leonardo Capezzi, ventiquattrenne centrocampista di proprietà della Sampdoria, reduce da un’esperienza non felicissima con l’Albacete, formazione militante nella seconda divisione spagnola, è sicuramente un buon colpo di mercato operato dalla Salernitana. Negli ultimi due anni il ragazzo ha giocato poco (titolarità iniziale persa la scorsa stagione in serie A ad Empoli, mentre in terra iberica ha scontato un’evidente difficoltà di ambientamento), ma negli occhi degli addetti ai lavori sono ben impresse le sue prime prestazioni da professionista, con le maglie di Varese e Crotone in B, dopo la fuoriuscita dal settore giovanile della Fiorentina. Al suo attivo anche diverse presenze nelle rappresentative ‘Under’ Nazionali, oltre ad una quarantina di gettoni in massima serie (Crotone ed Empoli) e circa settanta apparizioni (Varese e Crotone) nel torneo cadetto. Quattro gol ed otto assist completano i numeri del suo percorso professionale.Calciatore che arriva a Salerno accompagnato dal fermo proposito di riscattare l’ultimo periodo non felicissimo, consapevole di possedere mezzi tecnici, tattici, atletici e temperamentali per ritrovare la giusta collocazione nello scenario calcistico nostrano.La Salernitana sembrava essere sulle tracce di una mezzala, ma al momento, in attesa di scoprire gli ultimi movimenti di mercato della società granata, il profilo affidato a Giampiero Ventura è un calciatore che predilige giocare soprattutto nella zona centrale del campo. Egli, infatti, è il classico mediano davanti alla difesa che garantisce disciplina tattica e ordinata distribuzione del gioco, temperamento ed aggressività nel lavoro di interdizione, ma anche spinta in fase di ripartenza una volta conquistata palla. Insomma, un mastino che sa esercitare pressione sui facitori di gioco rivali ed essere reattivo nel garantire raddoppi di marcatura sulle corsie esterne e sugli attaccanti avversari che amano giostrare tra le linee. Buon piede e discreta personalità al servizio della sua fase di impostazione, il ragazzo non sembra però ancora ‘attrezzato’ per recitare il copione classico della mezzala creativa d’inserimento, capace di tirar fuori dal cilindro la giocata spiazzante negli ultimi trenta metri. La sua carriera non ha mostrato indizi in tal senso, però non è detto che Ventura non riesca a riciclare l’ex virgulto viola anche nel ruolo di efficace interno.Alla luce di quanto detto, Capezzi rafforza soprattutto la possibilità del tecnico di utilizzare con maggiore frequenza il 4-4-2, modulo nel quale l’ex pitagorico può disimpegnarsi al fianco degli altri centrocampisti granata (Dziczek, Akpro, Di Tacchio). Dinamismo e cattiveria agonistica, uniti alla capacità di smistare il pallone velocemente e con discreta lucidità, dovrebbero consentire all’ex ct di alzare il baricentro della squadra in fase difensiva e allo stesso tempo di attivare tempestivamente ripartenze in grado di creare grattacapi tattici alle squadre avversarie.Per caratteristiche tecniche e tattiche e in considerazione dei centrocampisti già a disposizione di Giampiero Ventura, l’utilizzo di Capezzi da mezzala nel canonico 3-5-2 resta una strada percorribile, ma la sua interpretazione dovrà essere calibrata su principi diversi da quelli imposti dal ruolo. Il neo granata, infatti, è assimilabile a Di Tacchio e Dziczek, mentre non possiede lo strappo improvviso di Akpro, che resta, con la partenza di Firenze, l’unica vera mezzala a disposizione di Ventura, considerato che il tecnico sembra intenzionato a schierare Kiyine soprattutto nel ruolo di esterno, mentre Maistro continua a mostrare le qualità migliori del suo repertorio soprattutto in fase offensiva. Ne consegue pertanto che, nel 3-5-2, uno tra Dziczek e Capezzi sembra essere di troppo. Ed allora la coesistenza tra i due, sulla quale lavorerà Ventura, potrebbe risolversi in chiave meramente pragmatica. Con una distribuzione di compiti rispettosa delle caratteristiche tecnico-tattiche dei tre calciatori (Dziczek, Capezzi e Akpro) chiamati a reggere le sorti del centrocampo. Una dinamica mezzala di sostanza da affiancare al metodista, in soldoni, potrebbe aiutare la squadra a: 1) conquistare prima il pallone e ad agire di rimessa per sfruttare la velocità e la tecnica degli esterni; 2) consentire ad Akpro di avere maggiore intraprendenza da mettere al servizio dei due esterni e della coppia di attaccanti; 3) garantire alla difesa maggiore copertura e la possibilità di commettere meno errori nella lettura tattica a palla scoperta, vero tallone di Achille di Migliorini e compagni. Operazione positiva e destinata ad assicurare sicuri benefici tecnico-tattici, ma nelle ultime ore della sessione invernale la Salernitana dovrà assolutamente acquistare un difensore centrale di spessore ed una seconda punta tecnica e prolifica. Per non rischiare, a giugno, di veder svanire un’occasione irripetibile in chiave promozione diretta.

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