Agguato a Mario De Michele, giornalismo d’inchiesta ancora nel mirino della camorra

Chi incautamente parla di un giornalismo totalmente asservito al potere o a un’editoria dedita a passare all’incasso più che a offrire un servizio, viene presto smentito dalle cronache di provincia. Al di là dei molteplici casi in cui l’operato dell’informazione risulta scadente o vacuo, e oltre l’onda mediatica che investe il momento e rincorre il successivo tormentone, semplificando e lasciando sul terreno pericolose distorsioni, è proprio sui territori che continuano a manifestarsi quelle rare e necessarie forme di giornalismo d’inchiesta che non selezionano i protagonisti delle vicende sulla base del loro peso specifico nello scacchiere della società, che preferiscono, con coraggio e mantenendo imperterrito la schiena dritta, denunciare pubblicamente e testimoniare a una spesso ignara cittadinanza i soprusi commessi ai danni della collettività e di interi territorio.

Non occorre scomodare anche stavolta quel pantheon di figure che soggiornano nel nostro bagaglio culturale e sentimentale, e che in un certo senso hanno influenzato la nostra vita professionale e umana. E’ la cruda realtà delle ultime ore a condurci direttamente a Gricignano di Aversa, tormentata periferia casertana, dove ieri sono stati esplosi sette colpi di pistola contro l’auto del direttore di Campania Notizie, Mario De Michele. Un tentato omicidio, giacché i sicari hanno sparato ad altezza uomo. Due colpi all’indirizzo del parabrezza che hanno attraversato l’abitacolo della vettura a pochi centimetri dal giornalista. Nel tentativo di fuga di De Michele i criminali hanno esploso altri 3-4 colpi che hanno mandato in frantumi anche il lunotto posteriore della vettura. “Solo il caso ha fatto sì che ne uscisse illeso”, commentano dalla redazione.

Il tentato omicidio del direttore De Michele segue a un altro episodio avvenuto tra Sant’Arpino e Succivo tre giorni fa. Due persone a bordo di un motociclo e coperte da casco integrale, lo avrebbero costretto a fermasi e mentre uno di loro con una mazza colpiva ripetutamente la carrozzeria dell’auto, l’altro lo costringeva a scendere e lo schiaffeggiava. “Per colpa tua il consiglio comunale di Orta è stato sciolto. Ci hai inguaiato. Ora smettila di scrivere sul campo sportivo di Succivo”. Su entrambi gli episodi indagano i carabinieri del Gruppo di Aversa che stanno cercando di ricostruire la dinamica dei fatti e accertare il movente alla base dei due episodi. 

Chi detta legge in alcuni territori, la criminalità organizzata e la politica collusa di cui le mafie si servono ingrassare e sostituirsi a uno stato che non fa il proprio dovere, non può tollerare chi tenta di riaprire spiragli di legalità attraverso il racconto delle malefatte, degli sperperi, del clima culturale e sociale che opprime territori da cui si è costretti a scappare, avendone la possibilità. A pagare il prezzo più alto sono sempre i cronisti locali, quelli che hanno il coraggio di firmare gli articoli, e che vengono presi di mira dalle organizzazioni criminali e da chiunque offra protezione ai clan. Sarà facile, anche da parte nostra, associarci a una solidarietà, tuttavia non scontata, nei confronti di Campania Notizie. Ma occorre un cambio di passo da parte di tutta la stampa. Il giornalismo locale e meridionale, oggi più che mai, ha bisogno di affrancarsi da un’opera che lo relega al ruolo di sterile ripetitore e di organizzarsi per attraversare le questioni cruciali del nostro tempo e del nostro territorio, guidato dal pensiero e da una precisa volontà d’indagine. Coraggio e idee per rispondere a chi ha contribuito ad assoggettare e a desertificare il Meridione d’Italia. E che continua, crudelmente, a soffocare qualsiasi tentativo di giustizia.

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